Non ebbi mai tempo.
Non mi fu' possibile nemmeno rubar un attimo appena.
Dalle sue braccia caddi e non vi fu' fine all'oblio.
In fondo quanto avrei chiesto al Signore?Un giorno ,un anno,forse due?
Quanto occorre ad un' amore per sopravvivere se non ogni tempo?
Non ne avemmo di attimi,e fu' cosi' strano cadere,che sembro' crollare ogni cosa.
Sembro' non aver vissuto alcun giorno.
Quando l'Amore non si ciba,corrode il ventre.
Io m'arrampicai con ogni forza per giungere fino in cima,fino alla sua finestra.Le mani mi duolevano ed il cuore in petto correva con me verso le valli ardenti di passione.
Quanto fui affrettato nemmeno io m'accorsi.
Quando raggiunsi la vista, Lei giaceva inerte, dormiente, custodita dal segreto svelato di un bacio.
Fui colto da un'improvvisa paura: che l'antidoto di un bacio non fosse utile.
Chi mai poteva smentire quel mio timore se non la prova stessa di un adagio tenero?
Mi slegai dal mio mantello.
Raccolsi il coraggio tra le mani strappate alla fatica dell'arrampicata verso il cielo.
Mi posai in ginocchio davanti al sonno della mia piccola Amata immobile.
Forse pregai il Signore.
Le lacrime avevano una voglia di nascere alla Luce.
Mi chinai e leggero come rugiada, appoggiai il mio amore,le mie labbra, alle sue.
Il cuore si fermo' cauto tra l'attesa ed il delirio.
Un attimo ancora.
Lasciai la presa,strappando il sapore a quelle tenere labbra intorpidite.
Le palpebre non avevano compiuto ancora il loro giro.Sentì una mano duolermi in petto.
Duntratto, un impeto fece fremere il suo polso esile, adagiato al letto.Duntratto il suo cuore comincio' la vita.Duntratto le stelle fecero festa e le mie lacrime caddero a flotte di gioia.
Duntratto la mia vita ebbe di nuovo uno scopo,una luce immensa che la rese nuovamente, meravigliosa.
Il mio Amore riprese il senso delle cose, mi guardo' come il principio ammiro' le stelle per la prima volta.
Mi abbraccio' cosi' forte, da dinventare la mia anima.
Diventai Re,poiche' la mia Regina riprese il mio cuore.